venerdì 12 marzo 2021

Una poesia di FORUGH FARROKHZÂD

 L’alba del sole

Guarda
goccia a goccia
come il dolore sboccia
nei miei occhi e la mia ombra
si fa buia e indocile schiava del Sole.
Come di me tutto
precipita.
Una scintilla mi divora
mi solleva e mi imprigiona.
Come si indora il mio cielo
di stelle cadenti
tu guarda.
Giungi dal remoto, dal remoto.
Dai lidi aromatici d’alba,
e a una barca di nuvole, cristallo e avorio
mi affidi. Oh verso la casa
della poesia e dell’ardore conducimi,
speranza che il cuore accarezzi.
Tu per la via delle stelle
mi fai oltrepassare le stelle.
Guarda
come scotto
al lume della loro febbre.
Pesciolini dal raro palpito infuocati,
in stagni addormentati
io raccolgo le luccicanti sorelle.
Quanto distava la nostra terra
dalla rete celeste del firmamento.
Sbadiglio di innevate ali d’angelo,
ora risento la tua voce.
Guarda sin dove mi spingo,
alla Via Lattea, all’infinito, all’eterno mi spingo.
Ora che la vetta sfioriamo
tienimi stretta nella seta dei baci,
nel vino dei flutti intingi il mio corpo
nelle interminabili notti desiderami.
Non lasciarmi più,
non trattenermi alle stelle.
Guarda
goccia a goccia
come di notte si scioglie
la cera sulla nostra via.
Al riparo della tua preghiera
straripa il vino del sonno
dal tino eburneo dei miei occhi.
Guarda
come sorgi anche tu, col sole.
Cullato dalle mie parole.
FORUGH FARROKHZÂD

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