venerdì 8 marzo 2019

Crocefissione, di Federigo Tozzi


Silenzio immenso. Si ode gocciolare
il sangue dalle gambe di Gesù.
I due ladroni vogliono ascoltare;
ma le teste si piegano di più.

Ed ecco dalla strada lunga appare
Maria e le donne della sua tribù.
Elle si vedon molto lacrimare,
e Cristo si distorce e guarda giù.

I loro grandi mantelli son vermigli;
e una luce potente e misteriosa
batte su i loro volti come gigli.

Forse, è la luna bianca e dolorosa?
Ma par che a un tratto il sangue si rappigli
su la croce; e Gesù morto riposa.

due testi di Scipione

Estate

La terra è secca, ha sete
e si spacca.
Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.
Le stelle cadono accese
per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.
La carne cerca nelle carni
le sorgenti
e trova gli occhi
che si schiudono come fiori.
E la sonagliera dei grilli,
la notte,
ci porta incontro al sole
che ci trafiggerà con le sue frecce.
Aspetto che finisca
e nell'attesa
mi sento abbacinato
come un foglio bianco
su cui picchi il sole.
La terra è secca, ha sete
e la notte è nera e perversa.
Cristo, dalle da bere,
ché vuol peccare
e farsi perdonare.



Sento gli strilli degli angioli
che vogliono la mia salvezza,
ma la saliva è dolce
e il sangue corre a peccare.
L'aria è ferma,
tutto è rosa come la carne;
se pervade la beatitudine
bisogna rompere e cadere.
Il sole entra nel mio petto
come in una canestra
e io mi sento vuoto,
la mano si stacca da terra,
tocca l'aria, la luce, la carne.
La lancia si sprofonda nelle reni della cavalla
che corre - e urla con la testa nel cielo.

F. Romagnoli, due testi


Uggiola alla fessura, cagna-luce.
Qualcuno il mio sonno ha legato
quattro zampe in un mazzo. All'aurora
chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.
Nel pozzo del cranio
- senza uscita -. Nel buio sacrario
sconsacrato. (La luce come un'unghia
sotto le porte). Capro espiatorio
già caduto sul fianco, otre di sangue
già mezzo vuoto - come scalci ancora
forte, mia vita.






Poi ti raggiungerò
là dove - abbandonata
la via terrestre, simile
a rotaia in disuso -
s'incammina lo spirito, esitante,
confuso ancora al grido, ancora all'orlo
della sua cieca vibrazione umana.
Io ti raggiungerò
dove tu "Sono qui!"
balenerai, che ancora dalla fascia
del buio mi districo.
"Qui dove?"- nell'angoscia
di troppa luce, nessuno distinguendo -
ti chiederò. Ma già saremo Uno.

Fernanda Romagnoli - Sobillazione


Nei ghetti del mio corpo, certe notti,
i cinque sensi circolano cupi
sobillando lo Spirito: "A che vale
il tuo slancio di fiamma, sempre eluso,
i rossi rami che s'agitano e attorcono
tribolati in abbracci di se stessi
- mentre il buio si svincola illeso
e ripropone il dilemma -.
Far barriera ai lupi, che ti vale.
All'alba sarai fumo".

In quelle notti di congiura e d'odio
la fiamma geme, s'accuccia nel suo grumo
di braci: e invoca che su di lei s'affretti
la pietà della cenere, l'assedio
d'occhi fermi in circoli
sempre più stretti.

versi di M.L.Spaziani

Rispondo a misteriose lontananze
Come l'alta marea che in silenzio
Ogni volta risponde alla luna.

MARIA LUISA SPAZIANI