giovedì 27 maggio 2021

Un testo di Mariangela Ruggio: "Però ricorda...."

Però ricorda che la bellezza è nelle cose

come quando non c'era il dolore
e tutto splende ancora oltre il velo della morte
è in noi il nostro vedere, la consapevolezza
che scivoliamo come l'acqua, come il tempo,
e solo di noi siamo scrigno, e amore praticato
e siamo l'imperfezione che lascia carezze ruvide,
parole fraintese, gesti improbabili che tacciono l'amore
ricorda, solo noi sappiamo il dolore che resta
quando tutto fiorisce, eppure soffia tra gli spifferi di noi
il vento gelido della solitudine, il senso freddo delle lacrime
in noi è tutto l'amore che ci manca, nel senso di essere
piccole scintille del fuoco che siamo stati
e che saremo
mariangelaruggiu
2017

mercoledì 19 maggio 2021

Ghezzani, sull'amore

 «Chi ci ama, ci osserva e ci percepisce con sguardo e cuore innamorati, quindi vede in noi tutto ciò che siamo, che siamo stati ed anche ciò che nascondiamo. Ma non lo vede mai con paura o con biasimo; lo vede amabile, come noi osserviamo un bambino che cresce. Nel processo amoroso l’innamorato rispetta ed esalta la libertà dell’altro, perché questo sia libero di illuminare la propria essenza umana nei suoi lati manifesti e in quelli nascosti. Chi ci ama, ama la totalità del nostro essere, non solo quella esplicita, ma anche quella nascosta e potenziale, quella inibita e repressa che attende di essere rivelata e portata a maturazione. In una parola: chi ci ama favorisce la nostra individuazione. L’amore è una manifestazione del bisogno di individuazione. Quando è reciproco, si realizza ciò che – parafrasando Carl Gustav Jung – ho definito "processo di individuazione duale"».

Nicola Ghezzani – L'AMORE IMPOSIBILE – ed. Edizioni Franco Angeli - Psicologia, 2015.

giovedì 13 maggio 2021

Alberto Bertoni e Giancarlo Pontiggia sulla poesia...

Le autentiche poesie come "tracce vive di un destino nudo e immedicabile, di una verticalità protesa a connettere l'empireo e l'abisso"

Compito della poesia è anche di condurre la psiche umana dalla mera sensazione al sentimento e dall'identificazione alla cognizione."
La voce che attraverso il testo poetico s'intreccia con la nostra può anche non essere d'acchito "simpatica" o accogliente: anzi è possibile che nasconda implicazioni aliene, estranee, tutt'altro che condivise. Eppure, una lettura davvero aperta e disponibile ad accogliere un'alterità anche radicale è etica in sé e per sé, dal momento che l'autore o l'autrice del messaggio poetico cui noi restituiamo ritmo e vita è innanzi tutto un essere umano, presente nel suo testo." [...] E una lettura tanto eletta ci renderà consapevoli che l'Altro/Altra che ha scritto (e noi che leggiamo) stiamo condividendo la ricerca e la costruzione di una verità: fin che si vuole limitata, perchè pur sempre umana troppo umana, ma librata a superare i limiti contingenti dei piccolo vantaggi reclamati da esseri sempre più fantomatici e anonimi ovvero le convinzioni radicate nello spirito del tempo."
Alberto Bertoni



«Le parole della poesia sono sempre remote anche quando ci parlano di qualcosa che è qui, ora, nel tempo del nostro presente: sono remote perché richiedono una forma appartata, una disciplina della distanza, un tempo sospeso – dell’immaginazione e del pensiero – che sia in grado di scolpire verità decisive».
G. Pontiggia, “Poesia e Spiritualità”

lunedì 10 maggio 2021

Simone Weil sull'ascoltare...

“Prima ancora di metterci in ascolto dobbiamo saper fare silenzio dentro di noi, far tacere le tante parole che giudicano, che stigmatizzano, che interpretano, che a tutti i costi vogliono trovare soluzioni veloci. Le parole che presumono di aver già capito senza prima aver affiancato, condiviso, amato. Solo da questo silenzio può nascere l’ascolto, un silenzio che è spazio, apertura all’altro. Un silenzio che ci permette di cogliere verità che altrimenti resterebbero celate per sempre. Solo allora capiremo che ascoltare non è porgere l’orecchio ma aprirci al mondo che ci circonda”.

Simone Weil