martedì 27 agosto 2019

Non si sa che farsene dei poeti


Non si sa che farsene dei poeti - Lo si dica - 
Se non cave di articoli 
presto abbandonate 
e qualche sparuta intervista.
 
A onor di cronaca non mancano 
struggimenti in Do maggiore 
in quella speciale ricorrenza 
che è il suicidio d'artista. 

Ma nel quotidiano via vai della rete 
- Bar del tempo di grandi 
solitarie bevute - si è soliti accodarsi 
alle molte dicerie, o talvolta 

condividere in bacheca singole 
fortunate poesie. Ma il loro canto no, 
lo si percepisce appena 
- Figuriamoci quando arretra 

e sono più soli ancora
sfiancati dalla lotta per aprirsi 
e condonare - nonostante le paure
e le mille fitte oscure.




Paesaggio

Paesaggio

Sopra Tolè verso fine estate
bianche nubi grasse di luce
covano le cime dei castagni
e i loro ricci chiari.
Dopo la pioggia i terreni
esalano una pace sopraffina;
altissima come le due poiane
di cui rincorro il volo.

Nietzsche



Bisogna essere capaci di ammirazioni impetuose e accogliere in cuore molte cose con amore: altrimenti non si è adatti a fare i filosofi. Occhi grigi e freddi non sanno il valore delle cose; spiriti grigi e freddi non sanno il peso delle cose. Ma, certamente: bisogna avere una forza contraria; saper volare in lontananze così vaste e lontane, da vedere in basso, molto in basso sotto di sè, anche le cose più ammirate, e molto vicino ciò che forse si è disprezzato. 


Nietzsche F., Frammenti postumi 1884, Adelphi, Milano 1976

Jung e R.Frost


Ognuno desidera che la vita sia semplice, sicura e senza ostacoli; ecco perché i problemi sono tabù. L’uomo vuole certezze e non dubbi, risultati e non esperienze, senza accorgersi che le certezze non possono provenire che dai dubbi e i risultati dalle esperienze.
Carl Gustav Jung





Una poesia inizia come un nodo alla gola, un senso di sbagliato, una nostalgia di casa, un mal d'amore.

(ROBERT FROST)

Jefferson sulla poesia


La grande poesia racchiude ed esprime il tutto. Il suo compito è contenere un mondo intero, all’istante, fisico e sensuale, dell’intelletto e dello spirito, della fantasia, in un’unica appassionata formula. La scienza tende a scomporre le cose per scoprirle; seziona, analizza. La poesia invece mette le cose insieme, facendo scoperte egualmente valide e allo stesso tempo creando.

R.Jefferson

domenica 25 agosto 2019

Gottfried Benn

Colui che è solo
Colui che è solo è anche nel mistero
e sempre sta nel fiume delle immagini,
del loro generarsi, germinarsi,
anche le ombre hanno questo fuoco.
Gravido di ogni strato è nel pensiero
di ogni strato ricolmo e non disperso,
in suo potere ha l’annientamento
di ogni umano che si nutre e si accoppia.
Impassibile egli vede la terra
un’altra farsi da quella che fu sua,
non più “muori” e non più “divieni”:
la perfezione, immobile, lo guarda.
Gottfried Benn, da Poesie statiche (Einaudi, 1972, trad. Giuliano Baioni)

sabato 24 agosto 2019

Adriana Zarri


Il poeta è ponte tra l’Assoluto e il tempo: 
non può tradire Iddio parlando, 
non può tradire l’uomo tacendo; 
il risultato è un’espressione tutta particolare 
che non è più discorso umano
e non è ancora Verbo assoluto e silenzioso.

Un testo di Paolo Volponi


La vergine di Paolo Volponi
I sassi bianchi
sono le tue spalle
gli alberi la tua statura;
è la tua gola che batte
se una rosa si muove
non vista nel giardino.
Dì pure al vento
di perdere il tuo canto
nella voce dei fossi,
al rosmarino
di chiudere i sentieri.
L’innocente starna
si leva alta sul bosco
e m’indica il tuo cammino.
*

domenica 18 agosto 2019

G.G.Amoretti su poeti e poesia


I poeti conoscono la sostanza materica, densa, “carnale”, delle parole. Spesso ce la fanno percepire, sillaba dopo sillaba, così intensamente che noi arriviamo quasi a sentirne – sulla pelle, nell’anima – la pressione dolorosa. Altre volte invece, simili a bizzarri equilibristi del linguaggio, le fanno volare nell’aria, le parole, quasi giocassero, sfidandola, con la legge di gravità. Ma anche in tal caso non dimenticano, non dimenticano mai – e solo per questo sono veri poeti – quanto fortemente e duramente ogni singola parola pesi.
La poesia sa la ferita. Non la dissimula né la esibisce. Non la nega né la cancella. La dice. E mentre la dice la solleva – trattenendola, immobile, nella propria luce: la muta di stato, la trasfigura nel linguaggio della bellezza. Perciò la ferita, per un attimo, sembra come essersi rimarginata, quasi pare scomparsa. Ma è una illusione. Anche sulla pagina scritta, e fin dentro ogni verso e ogni sillaba, il sangue continua a spargersi e a scorrere a rivoli – lo strazio, ancora, resta non medicato.
Non è raro che la poesia celi in sé un sentimento di pena e quasi di vergogna per lo splendore della propria bellezza, così macchiato di sangue.


sabato 3 agosto 2019

Camillo Fonte

Camillo Fonte

La memoria

Mia ghiandaia felice la memoria,
oggi, ancora una volta ti ritrova,
come sempre, in un’ansia eterna di partenza.
Rosea venne l’aurora
e cancellò le tenebre discrete,
luogo d’amore.
Senza voltarmi, ingrato,
come uccello di transito che il nido
d’una notte non cura, ti lasciavo.
Per troppa furia ti dimenticavo,
isola estrema, amore.
Ora per nuova furia ti ricordo.