Un VASO che vado riempiendo,
poesie altrui che ho voluto salvare dall'oblio della Rete
il dio della pazienza e del conforto,
il dio che aspetta, e sa, e non ha fretta;
fermo nella potenza,
a sé risorto; visibile
in una chiara, arresa
trasparenza. Così arpionarlo,
con dita scorticate
tremanti, innamorate:
pretesa indifferibile
dopo una vita avara.
domani, oscuro o lieto;
forse il nostro cammino
a non tocche radure ci addurrà
dove mormori eterna l'acqua di giovinezza;
o sarà forse un discendere
fino al vallo estremo,
nel buio, perso il ricordo del mattino.
Ancora terre straniere
forse, ci accoglieranno: smarriremo
la memoria del sole, dalla mente
ci cadrà il tintinnare delle rime.
Oh la favola onde s'esprime
la nostra vita, repente
si cangerà nella cupa storia che non si racconta!
Pur di una cosa ci affidi,
padre, e questa è: che un poco del tuo dono
sia passato per sempre nelle sillabe
che rechiamo con noi, api ronzanti.
Lontani andremo e serberemo un'eco
della tua voce, come si ricorda
del sole l'erba grigia
nelle corti scurite, tra le case.
E un giorno queste parole senza rumore
che teco educammo, nutrite
di stanchezze e di silenzi,
parranno a un fraterno cuore
sapide di sale greco.
le cose sembrano aggiudicarsi
un posto.
Eppure non cercavo questo
forse un lago
forse una foresta da perdersi.
Addosso al tuo sguardo.
Come mi hai visto?
Senza difesa l'emozione.
In balia del vento.
Mi sono informato: ti amo.
Hai l'incostanza apparente
del mare
Spiaggia divento, arenile
Arrivi e m'accarezzi
Tutto allora diventa più chiaro:
Se ti allontani
mi manco.
Le Donne per capirle
le devi guardare da fuori
ed ancora nulla ci vedi
di così speciale
se non ti siedi nei loro occhi.
La bellezza dei gesti reciproci
passano inosservati,
tanto sono naturali,
fra loro si aggiustano
la spallina scesa del costume,
si intrecciano i capelli,
si affidano sogni segreti,
pianificano piccole fughe e ritorni.
Le Donne fra loro
vivono un perenne spogliatoio
dopo la partita,
si mostrano i muscoli slentati,
l'usura d'esser madre,
sciolgono drappi,
cuciono strappi,
l'ago passa senza profanare,
cantano un pianto a sera
prima di rincasare.
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