lunedì 30 novembre 2020

Una poesia di Mario Socrate

 L'OCCHIO DELL'ANGELUS

Non so gli altri, ma io vivo come
guardato, come visto da.
E da qualche parte e da qualche
tempo, da qualche età.
Che sia quell'occhio di ragazzo
che risale remoto
da sotto la fissità del vetro
di quell'antica foto
da cui, sulla parete, guarda
di faccia, ad altezza di cintola,
nella schiera dei grandi dal profilo
proteso, quasi sospinta.
Senza altre ali, lui,
che il fustagno buono
del giacchettino aperto sui passi
slungati a misura d'uomo
per la terra grossa e nera,
contesa e contadina,
da genesi d'un secolo così,
a da dove lui cammina
in quella marcia dietro una bandiera
che sgorga scura sulla calce
del cielo all'alba come un fiotto
per un taglio di falce.
Chissà da quando si sono imbattuti
nei miei passi quegli occhi lontani
che mi seguono fino al traguardo
da qualche domani.
MARIO SOCRATE , 1920-2012
da "Il punto di vista", I Garzanti Poesia , 1985

sabato 14 novembre 2020

Efraim Medina Reyes, Amo affinché tu sia tua

Amo per non possedere,
per lasciare andare,
per riempire di me una donna
e darle la mia voglia indomita di vivere.
Amo affinché tu sia tua,
affinché non abbia padrone.
Amo per sminuire quelli che conoscerai dopo di me.
Amo perché sono superiore al mio amore,
perché in lontananza tu sappia
che io sono qualcosa che possiedi e non che ti manca.
Tutto questo per dirti che mi manchi
e che non trovo l’antidoto.
Tutto questo per dirti che il fatto che mi manchi
non mi ferisce né mi cura.
Tutto questo per dirti che il tuo ricordo
è il male più forte che mi faccio io stesso.
Ma questo male è l’unico modo
in cui posso ancora amarmi e respirarti.


Efraim Medina Reyes, Amo affinché tu sia tua

Maria Concetta Giorgi, Tu non sai

Tu non sai

Il mio canto non arriva
a diventare tuo
neppure il dolore
se grido.
Non servono i giorni
a consolare,
le lacrime e il sole
si nascondono ai tuoi occhi.
La primavera ti chiede
dei fiori e del loro profumo
io ti amo
e tu
manchi
mi manchi.

venerdì 13 novembre 2020

Silvia Secco, La prima notte della nostra vita


La prima notte della nostra vita

le pareti della casa erano liquide
dei mari che ci univano da prima
quando non lo pensavamo
e di ogni neve, nebbia di novembre
brina, millenario piovere nel mondo,
lacrime di gioia. Mi hai baciata
in piedi, nella piccola cucina
perché in questi luoghi si conserva
il cibo, il mare si dissala
per la nostra sete.

Falesìa - Tre poesie recitate dall'autrice Miriam Bruni