Ogni giorno al risveglio
penso alle mille vite interiori che potrei sbranareMa mi accuccio in un angolo
come fa l' invertebrato nel sogno
Accendo il fornello del tempo e vado
Sempre mi stupisco che la mia fiamma vitale arda
da sopravvissuta quale sono
al campo di sterminio del dolore
Ho un canto cucito in gola
e sto da mendicante
sotto le mura della mia prigione
Sono un parco Ulisse
sempre pronta a varcare quella soglia
con un piede affossato
dentro la libertà
Nessun commento:
Posta un commento