martedì 24 marzo 2020

Paul Celan, Orientata su di te


Orientata su di te
la mia anima
ti sente tumultuare
temporalesca,
nella fossetta del tuo collo
la mia stella apprende
come si sprofonda e ci s’invera
io la ripesco con le dita -
vieni, spiegati con lei, oggi stesso.
da Zeitgehöft
Paul Celan

venerdì 20 marzo 2020

Maria Marchesi, Ma non c'è più pace


Ma non c’è più pace
tra i dondolii rapinosi dell’eros.
Voglio morire sui ciottoli ardenti
della cupola di San Pietro
per avvistare un po’ prima
il preludio del magma
e la sostanza dei seni di Dio
che non mi ha dato retta per anni
e adesso soltanto s’accorge
che ho mani lunghe
e perdite infinite,
che sono anch’io creatura umana.



                                          M. Marchesi, "NON SONO PIU' MIA", Ed. WhiteFly Press.

domenica 15 marzo 2020

Miriam Bruni, Non come impronte sulla sabbia + link al libro



Non come impronte sulla sabbia
di cui non resta
ricordo né traccia.


Non come scie bianche nel cielo
di nuvole, aerei
o arcangeli in volo.


Non come essenza, profumo
che il giorno consuma.
Non come statua nel museo solitario.


Ma come luce di stella che vedo
nel cielo del cuore, millenni dopo
che s'accese d'amore.


L'immagine può contenere: spazio all'aperto

Stefania Diedolo, Fingo di non pensarti

STEFANIA DIEDOLO
Fingo di non pensarti,
come fossimo pianeti estranei l’un l’altra.
Mi trucco lievemente
per giocare col mio volto abbronzato
e non credo di
poterti piacere di più.
Tu. Il mio spettacolo innamorato.
Fingo che tutto va bene
e che fuori mi respira il mare,
è bello immaginare il suo richiamo dolce,
come la pelle delle tue mani che
senza temere
sanno bene quando venirmi a frugare.
Eppur fingo che tu non sappia niente di me,
che un giorno ci si possa anche amare per caso,
vederti all’incrocio passare
e solo con uno sguardo
invitarmi a sfiorare …
Sarebbe un tuffo in occhi indelebili già vivi nella memoria
pervaso da falsi sorrisi di circostanza,
la mia gonna troppo corta,
la tua ingenua mano morta.
Eppur fingo.
Fingo di non sapere
della tua fonte e del mio ubriacarmi
abbeverata, assorbita, sorseggiata,
indistintamente ed ingenuamente
tracannata.
Eppur non so dire quante volte oggi mi sono perduta
dentro alla tua orma impressa e trasparente,
forgiata a stampo compiuto in ogni mio riflesso,
tra le pieghe delle mani,
a devastazione nella mia mente.
Non so definire bene chi sei,
cosa mi hai fatto intimamente.
In fondo fingo di non saperti, udirti o dirti:
che mi incanti immensamente.
Fingo di non pensarti.
Lasciando che il tempo passi
ti aspetto ogni notte.
E ogni notte fingo di non amarti.

Art. Fabian Perez

Valentina Calista, I vuoti dell'aria




I vuoti dell'aria

Non voglio digerire queste distruzioni.
Voglio invece guardare invecchiare
la foglia che cade, fluttua e riposa
su suoli che (pi) non guardiamo.
Voglio, sì, voglio toccare i vuoti dell'aria
quando i rami si piegano sulla seta dell'acqua,
quando dalla bocca piroettano parole,
quando il mio respiro - nel tuo stesso respiro -
m'introduce a qualche canto che non ti so dire.

sabato 7 marzo 2020

Piero Bigongiari, La tempesta

La tempesta
Forse è questa l’ora di non vedere
se tutto è chiaro, forse questa è l’ora
ch’è solo di sé paga, ed il tuo incanto
divaga nell’inverno della terra,
nell’inferno dei segni da capire.
Ma non farti vedere dimostrare
ancora le tue formule, è finita
l’orgia dei risultati rispondenti
alle cause. Sei sola, batti i denti
accosto ai vetri nevicati, tetri.
Divergono in un morbido riaccendersi
d’altro sangue i destini che ci unirono.
Tu li ricordi come – in queste tarde
ore che riscoccano dalla pendola –
in un fuoco di tocchi, in un orrendo
scatenarsi, dai tuoi armadi, di bambole.
La nostra vita, catturata, vedi,
mentr’era armata solo di silenzio,
come dai parafulmini ridesti
da un lampo, trova il filo da seguire
per non morire restando se stessa.
Piero Bigongiari