lunedì 27 giugno 2022

Una poesia di Karin Boye: "Il meglio che possiamo"


ph Miriam Bruni

Il meglio che possediamo

non lo si può dare,
non lo si può dire
e neanche scrivere.
Il meglio del tuo animo
niente lo può lordare.
Risplende profondo laggiù
per te e per Dio solamente.
È il colmo della nostra ricchezza
che nessun altro possa raggiungerlo.
È il tormento della nostra miseria
che nessun altro possa averlo.

Karin Boye

Una poesia di Idea Vilarino

Che stai facendo

consunto e devastato
da tutte le materie dilanianti
i capelli diventati bianchi
gli occhi miopi
che ripeti il mio nome sette volte
abbracciato alla mia schiena
come un naufrago.
Idea Vilariño

Una poesia di Giorgina Busca Gernetti: "Stillano rugiada le ciglia"



                                                                                                               ph Miriam Bruni


Stillano rugiada le ciglia
degli abeti, dei pini.
Chiara l’alba tersa risveglia
la natura sopita.
Un brivido di vita
mi pervade le membra.
Fremono le fronde del platano
alla timida brezza,
freme il mio animo all’unisono:
ròrida foglia trèmula?
È mio l’animo fragile
che vibra in controcanto?
Mie sono le ciglia che stillano
rugiada, o forse lacrime?
Sono l’abete, il pino,
il platano fitto di fronde.
Io sono tutto e nulla
nella chiarìa dell’alba.


Giorgina Busca Gernetti

giovedì 23 giugno 2022

Una poesia-preghiera di Adriana Zarri: "Preghiera d'inverno"

Preghiera d'inverno

Ora è la morte,
Ma non è la morte:
è soltanto l’attesa.
Facci attendere, Dio, senza stancarci,
senza timore di morire per sempre.
Anche i colori sono trapassati
dal verde, al giallo, al viola,
al grigio.
Presto sarà la neve
come un immenso fiore bianco,
grande quanto la terra.
Il mondo è sbocciato di gelo
e il bianco è la somma dei colori
Dopo il fiorire e il declinare della vita,
l’inverno, o Dio, è la tua eternità.
E sulla neve
candide danze di angeli
e carole di santi luminosi,
che non lasciano impronta.
Aprici gli occhi, o Dio,
facci vedere ciò che non si vede,
facci danzare coi beati
e guardare i tuoi occhi:
più vasti
di una pianura innevata
più bianchi
di un gelido novembre
più caldi
di un fuoco acceso
in una notte d’inverno.
Adriana Zarri

domenica 12 giugno 2022

Una poesia di Anna Segre

    

E’ inutile che schiacci ancora:

non si rompe, non la pieghi, non la dissolvi.

Pochi grammi, magari nemmeno quelli,

ma è un nucleo duro.

Il corpo è metafora, non viceversa.
Oltre un certo limite, c’è la rivolta
e non è detto che urli o dia fuoco.
Potresti non accorgerti.
Che pur di vivere si fa bonsai,
si ammala
evita
mentisce.
Oltre un certo limite
diverso per ognuno
c’è l’incomprimibilità dell’anima.

venerdì 10 giugno 2022

Una poesia di Roberto Ranieri, "Se fingi, arida mente"



ph Miriam Bruni


Se fingi, arida mente

se intingi il niente
puro, quello spremuto dalle leggi
d’aria e d’acqua a filotto
fra il sopra e il sotto, se ancora la luce
di un’antica ferita ti certifica;
lì dai il meglio, correggi
il come e il se, rispieghi a questo volto
il bottino legittimo, il maltolto.

Lì mi assiepavo dietro ai tuoi concerti
nascosto nelle prime file;
c’era il dolce dormire, c’era il bosco
dell’erba menta, perché il vegetale
arrocco delle sere non sapeva
mentire, alzava specchi e recitava
l'Ave Maria di maggio, e il montascale
del platano sull’acqua alzava lune.

Mi pareva che il gesto, la torsione
del polso rivelasse la premura
di un capocomico serio, di razza.
Io e te, mente, persone
con l’allegria dei separati in casa
scampati a un incestuoso prestanome;
mi pareva che l’anima
dei lanci di agenzia dai campanili
tenesse il punto senza sforzo, intere
batterie d’altocumuli
a fare da paciere, ammorbidente.

Deviava ad occidente
l’anello salvavita dei temporali.
Il tu-mente lambiva la mia voce,
ogni deriva camuffata in monte
visibile o nascosto ai bivi d’alba
di nebbia o croce?, nebbia!, hai vinto ancora,
rigiochiamola al tocco, spiana ancora
i polpastrelli per un’altra conta.

Tu-mente, a dispensare
talenti, sottotitoli se vale
lo sfiato originale, la canicola
per non udenti, vero ad alzo zero.

giovedì 9 giugno 2022

Una poesia di Mariella Antonia Balla


RESURREZIONE

Io giovane donna,
Resuscitata dal sangue
Di mia madre,
Mi smarco dal suo inciampo
E mi battezzo donna intera.

Io donna compiuta come giunco
Piegato dal tempo,
E sulla rotaia del ricordo
Accetto la mia dualità.

Fragile fiore ho perso i petali
Del tormento,
Mi è rimasto uno stelo robusto.
Userò quello per placare la mia radice.

Col suggello del fonte battesimale
Mi chiamerò ancora
Al nome suggerito.
E con nuova linfa
Continuerò la mia vita.

M.A.Balla

sabato 4 giugno 2022

Una poesia di Anna Magnani

Ho aspettato per anni parole

che non sono arrivate.

Ho incollato zampilli di silenzio
alla sorgente viva del mio dolore,
prigioniera di un tempo mascherato
di generoso impegno.
Tra lettere di lacrime derise
sono rimasta sola
a perquisirmi l'anima
per salvarmi la vita
quel tanto che basta e aspettarti.
L'attesa mi ha regalato saggezza,
pazienza,
frammenti di felicità.

Anna Magnani