mercoledì 24 novembre 2021

Wislawa Szymborska La vita – è il solo modo

La vita – è il solo modo

per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;
essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;
distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;
stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.
Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;
e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;
e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.
Wislawa Szymborska

Una poesia di Sonia Tri

In mano, le mie porcellane

dalle tinte immacolate delle nuvole :
bianche, rosee, azzurre.
I loro fiori minuti, colti da un cortile d'infanzia,
che emana ancora luce
e profumo di festa oltre l'esistenza.
Non ho mai bevuto da queste tazze delicate.
Ho solo amato tenerle in mano e guardarle,
per tutta la vita.
Pensando solo di portarle con me,
un giorno.
Come loro, tante cose ho sempre
e solo guardato.
Rimanendone aggrappata
allo stesso modo,
con la stessa forza, lo stesso piacere
di un'attesa benevola.
Promesse liquide e dolci,
come piogge di primavera.
Lacrime inghiottite da un bacio

Sonia Tri

Una poesia di Alessia Federici

È questo costante dovere
Partorirmi da sola
Che mi sfianca,
Tenermi la fronte
Quando guardo in basso
Per non cadere
Gioco
A nascondino con le ombre
Rimango
Acquattata fra le alghe
La casa si è allagata
E tu m’insegni
L’ impermanenza delle cose
Fra le quali:
L’abbandono


Alessia Federici

Una poesia di Ezio Falcomer

La poesia è una sostanza psicotropa,
si scrive prima di tutto con l'inguine,
col desiderio, con il cervello
in festa, o in lutto,
ma sì anche col cuore
(roviniamoci),
si scrive stando all'ultima spiaggia,
in contatto con i morti
e con gli spiriti della foresta,
con gli dèi, Dio compreso,
con i sussulti molecolari.
La poesia è una carovana di nomadi.
L'infinito cotto a fuoco lento.


Ezio Falcomer

venerdì 12 novembre 2021

Una poesia di Claudia Brigida Speggiorin

Gloria al tuo corpo

e al mio, che soggiace al tuo.
Gloria alle membra
e al rimembrarci
quando tu, uomo del futuro
io, donna del domani
( in quale curva di tempo
sospendiamo il passato
dentro un respiro?)
parliamo la stessa lingua
rimettendo ai baci
un debito di labbra.
Amo del Mediterraneo
le coste assolate del tuo sorriso
senza doppie, quando
bela, belissima
risorgo capra
in un orgasmo.
E ridiamo.
E ci rimettiamo a oggi.
Claudia Brigida Speggiorin

lunedì 8 novembre 2021

Poesie di Agnes MK

Ultimo atto
(gioco di parole)


Vieni
E’ aperta la porta
al suono distante dei passi
Tu temi alla soglia il dolore,
io tremo pensando al fragore
che accese di voglie non nostre
Vieni
A noi spetta la pace, non fuoco
ma brace, sassi nel cuore
Ci piace ormai spegner parole,
fa poco rumore l’amore che tace.


Omaggio a Jaques Lacan

(gioco di parole)
Sarà che son rinata da uno schianto
ho dentro me il ricordo (o meglio il vanto)
di quando mezza morta in “quel” reparto
guardavo fuori (io dentro il blu cobalto
di un mio maglione caldo a collo alto)
il mondo che muoveva inutilmente
le vite intere (agli occhi della gente)
non più il mio simulacro precedente
(un “abito” dismesso nel presente)
Di me ogni vita, in morte, era sospesa
non c’era meta a cui non fossi arresa
soltanto la mia mente (“l’impotente”)
amava specular tra il tutto e il niente
e il nulla sono stata io a sperare
potere, con impegno, diventare
Non sono mai tornata quel che ero
di niente son rinata, quest’io spero
e se vi prende un senso d’importanza
indosso il mio maglione e quella stanza:
mi basta a immaginare tutto il mondo
lui dentro, io fuori (so che vi confondo)
gridando a tutti “lo disse Lacan:
re che si crede re bene non sta!’

mercoledì 3 novembre 2021

Ungaretti: "Commiato"


Commiato

Gentile
Ettore Serra
poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante fermento

Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso.

(Locvizza, il 2 ottobre 1916)