domenica 25 aprile 2021

Nota a Così, di Alice Silvia Morelli

Recensione del libro di poesie “Così” di Miriam Bruni, Ed. Poetry

Accostandoti ai versi di Miriam Bruni, la prima cosa che noti è una ricerca dell’essenza di un io travagliato, dove a tutti i costi l’autrice sottolinea la necessità di ricercare meraviglia e bellezza, infatti lei affronta le avversità più disparate sottolineando i dettagli, incisiva e singolare, neo ermetica nell’approccio alla descrizione della sofferenza della psiche umana. Nella poesia di pag. 42, una delle tante che mi ha trasmesso forti emozioni, leggiamo:
Una benda
invisibile
sugli occhi e le parole
Solo un sogno involontario
che qualcuno - di soppiatto -
posi baci sui miei palmi
e cominci con le dita
a riscrivere sui polsi la mia vita.
Ho trovato in queste frasi come la voglia di riemergere da un dolore, una sorta d’imprecazione, una volontà d’innanzi a una impossibilità. “Così” è il titolo della raccolta: ne deduco che voglia dire È così, accettiamo ciò che l’esistenza ci offre creando però un altare alla bellezza, e lasciando fluire la gioia che ogni suo passaggio ci offre. Per Miriam la Poesia è naturale come il ciclo della vita. Come nei versi di pag.21:
Mi muovo circolare
e rivivo ogni stagione
non potendo utilizzare
quella prima,
quella dopo.
Complimenti a questa singolare anima della bellezza e della meraviglia. Un testo da leggere con attenzione

AliceSilviaMorelli

sabato 24 aprile 2021

Una poesia di Marie Olivier - Misteri, sì

Misteri, sì

Davvero, viviamo con misteri troppo prodigiosi
per essere compresi.
Come l’erba possa essere nutrimento nella
bocca degli agnelli.
Come fiumi e pietre siano per sempre
devoti alla gravità
mentre noi sogniamo di elevarci.
Come due mani si tocchino e i legami
non siano mai spezzati.
Come le persone si avvicinino, per delizia o per
le cicatrici del danno,
al conforto di una poesia.
Lasciami prendere le distanze, sempre, da chi
pensa di avere le risposte.
Lascia che io faccia compagnia sempre a chi dice
“Guarda!” e ride di stupore,
e china la testa.

Un pensiero sulla poesia - Marina Serrano

Nella poesia non si tratta di arrivare più lontano, più in alto, di picchiare più forte. Non si tratta di trovare un poeta migliore, un pene più lungo, ma si parla di bellezza, di comprensione, di affinare i sensi, di vedere con altri occhi. Sì, può suonare artificioso, permettetemi di dirlo come mi viene, in stile “quel che Budda non è”. La poesia non è niente di quanto oggi valutiamo come positivo, non è competitività, non è rendimento, non è televisione, non pubblicità, non è esibizione.

Marina Serrano

martedì 20 aprile 2021

Un pensiero di JUNG sul proprio desiderio

 Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio.

Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà.
Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso.
Se non ammettiamo di fronte a noi stessi il nostro desiderio, allora non seguiremo noi stessi ma strade estranee che altri hanno tracciato per noi.
Così non viviamo la nostra vita, ma una vita estranea.
Ma chi altri deve vivere la nostra vita, se non noi stessi?
Noi possiamo vivere solo la vita che ci appartiene.
Se rinunciamo al nostro Sé, lo vivremo nell’Altro.
Ma in tal modo saremo egoisti anche verso l’altra persona, e la inganneremo.
(Carl Gustav Jung - da “Libro Rosso”)

Una poesia di Pessoa - L'impalcatura

    L'impalcatura

Quanti anni di vita
il tempo passato a sognare!
Quanto del mio passato
fu solo la vita mentita
di un futuro immaginato!
Qui, sulla riva del fiume,
sento una pace insensata.
L'acqua che anonima e fredda
invano scorre assomiglia
alla vita vissuta invano.
Speranza che così poco raggiungi!
Desiderio: valesti la pena?
Il pallone di un bambino
vola più alto della speranza,
più lontano dei miei desideri.
Oh onde del fiume, così lievi
che neppure onde sembrate,
ore, giorni, anni, brevi
trascorrono: verdi prati o nevaie
uccisi dal medesimo sole.
Più vecchio degli anni che ho,
ho speso un patrimonio inesistente.
Che regina, l'illusione che mi dava
tanta forza! Ma sul palco.
Tolse l'abito di scena, finì il regno.
Suono lieve dell'acqua lente,
con l'appetito della riva perduta:
che ricordi sonnolenti
di speranze brumose!
Che sogni! Sogni, vita!
Cos'ho fatto di me? Mi son ritrovato
quando non c'ero già più.
Stufo, mi sono allontanato
come ci si allontana da un pazzo che insiste
ad aver fede in una smentita.
Morto suono dell'acque calme
che scorrono perché devono,
portati via i ricordi
e con loro le morte speranze:
già morte, perché dovranno.
Morto anticipato,
un sogno appena a me mi unisce.
Il sogno inutile e buio
di quel che dovevo essere: il muro
del mio giardino deserto.
Onde già a valle, portatemi
verso l'oblio del mare!
A quel che non sarò affidatemi,
perché ho innalzato un'impalcatura
per una casa mai costruita.
Fernando Pessoa

Una poesia di Paolo Polvani - Condottieri dell'amore

Condottieri dell’amore

Vedi? decisamente non sono un condottiero dell'amore, mi scoraggio,
ai primi ostacoli m'inceppo, incespico, barcollo,
sgominato dall'orgoglio chino la testa e scappo, incatenato
alla chimera del possesso, all'idea che sia il sesso che ci salva
e ci riscatta. Tu strappami tutte le medaglie, non le merito, vedi ?
però tramite te io imparo, cerco un altro me, tento il salto con l'asta
oltre i miei limiti, provo a liberare, a librare l'amore oltre le nubi, oltre
un ristretto orizzonte. Chiederò ai tuoi santi un consulto, una dritta
per amarti davvero, per amarti di più, amarti oltre ogni sconfitta.
Paolo Polvani

martedì 6 aprile 2021

Nota di lettura a COSI', a cura di Gian Ruggero Manzoni

Miriam Bruni, classe 1979, è nata e cresciuta a Bologna, ha due figli e ama raccogliersi frequentemente passeggiando e fotografando la Natura. Insegna Lingua e Cultura Spagnole in un istituto di scuola superiore. 

La passione e la pratica poetica la caratterizzano da molti anni: scrivendo mette a fuoco le esperienze vissute, cercandone e restituendone l’essenza profonda e risonante. Sue poesie si possono trovare in numerose antologie, ma soprattutto in riviste e blog specializzati. Traduce testi dallo spagnolo all’italiano e organizza incontri artistico-culturali in Valsamoggia. 

Con questo ha dato alle stampe cinque libri, i titoli degli altri quattro: “Cristalli”, “Coniugata con la vita. Al torchio e in visione”, “Credere nell’attesa”, “Falesìa”. Così dice del suo fare in scrittura: “Con la parola cerco di raccogliere, ordinare ed esprimere l’emozione, piacevole o spiacevole, che mi preme dentro, l’intuizione, l’immagine, lo slancio… componenti che vengono ad abitarmi o anche solo che mi attraversano, facendomi sentire me stessa, e viva". 

Del suo essere voce così è stato detto: “Il fatto è che la poesia stessa di Bruni, nell’evocare una propria funzione di consonanza armonica col Tutto marcato dalla Fede, non può scendere a patti con l’edulcorazione o la contraffazione connotativa del gesto, prima che del testo, che la esprime. E tutto ciò che tocca l’umano, in Bruni, si riammanta di fatico candore, consola il cuore come un’urgenza non differibile di quiete senza orpelli o devianze formali, che inarchino altrove il soggetto; oppure, ancora peggio, seminino indizi nelle crune dei grafemi spesi come reti di una pesca miracolosa del Sé. Fino a sperimentare improvvise rarefazioni e allargamenti delle maglie, e dar vita a accensioni folgoranti”. 

Dall’insieme, ecco una composizione di Miriam: 

Un grande silenzio 

li circonda. 

Come parchi  

delle ville nobiliari. 

Non temete: è simile ai versi 

il mistero di un figlio 

che non può in alcun modo 

esaurirsi. Interrogate  

le poesie – chiedete loro 

il dove, il perché siano nate. 

Non tutte, ma alcune

risponderanno liete. 

“Così” è innegabilmente una raccolta spiazzante, nella quale il simbolo avanza impetuoso, quindi si raggomitola in se stesso, come in certi passaggi della poesia del grande Zanzotto. Concordo con coloro che hanno indicato nella ricerca di un “senso del vivere” il punto focale dell’insieme. Quindi la fede, nell’Onnipotente, che dilaga avvolgendoci: “Io nacqui tua, Poesia. / Però giurami, Dio, che non è / – non sarà idolatria”. 

Opera matura, “Così” rientra in un percorso che Miriam Bruni ha definito in questo modo: “I miei versi nascono dall’intensità dei momenti vissuti: intensità del dolore, della gioia, dello sconforto o, al contrario, del giubilo. Dalla contemplazione del creato e dall’esperienza della fede. Dal desiderio di intimità con il senso delle cose. Dal gusto per le sensazioni e per la vita spirituale”.


giovedì 1 aprile 2021

Un pensiero di Luigi Finucci

La poesia è un groviglio di sensazioni grandiose nascoste nella quotidianità. Descriverle (o almeno provarci) è cercare di fare poesia.

Sicuramente è anche ricerca di un linguaggio che non scada nel banale, accurato e anche un po' raffinato. Ricerca che porta dritti dritti all'essenza delle cose e della parola, e come una preghiera dà la giusta sacralità ai temi trattati.
Luigi Finucci

Un pensiero di Rilke

 "Perché chi non è puro ha inimicizie ovunque e non è mai al sicuro. Soltanto il puro può passare in mezzo ai suoi nemici, e scuoterli ….noi sappiamo d’amarci l’un l’altro sin prima dei tempi della preistoria terrena, sin dall’infanzia precedente ogni età dell’esistenza, ci amiamo sin dall’origine primordiale, come si amerebbero le stelle, se conoscessero il loro splendore..."