venerdì 22 settembre 2023

Una poesia di Cristina Bove


Fu la sillabazione delle ore
a riciclare tra tegami e piatti
i libri letti  – costolature verdeoro –
e dieci sguardi famigliari
a condannare da un balcone  il volo
della ragazza ch’era carta straccia.
La cucina una pista di rullaggio
in effetti ci volle per l’abbrivio
solo uno schiaffo dato in piena faccia
e l’asfalto fu un campo d’atterraggio.

Tanto ci volle a ricapitolare
diciott’anni per dire che la gente
viveva di conformità mortali.

Se avessero taciuto quelle bocche
di farisei
di sepolcri imbiancati__ disse un tale
che poi ci regalò questa cultura
di sproporzioni ignobili
(ne paghiamo ogni voce)
e l’assistenza che le fu negata.
E ancora adesso
cosa interessa a chi nel calderone
rimesta tutto ciò che cuoce?

Dicono taci, dicono sei viva
ma che ne sanno gli animi di pietra
di quanto sia ostinato quel momento
che sempre e sempre si ripete__che
ti sveglia da cent’anni in piena notte
e
malgrado accorgimenti d’ogni sorta
malgrado meraviglie
torna malefico e puntuale
ed ogni volta
vorresti essere uscita vittoriosa
come dal cancro e da tanti altri mali
mentre quel salto là,
quello strappo dai propri stessi piedi

non lo potranno mai capire i vivi. 

lunedì 11 settembre 2023

Di Alida Airaghi: Intercettare dio

 

Intercettare dio,
il dio della pazienza e del conforto,
il dio che aspetta, e sa, e non ha fretta;
fermo nella potenza,
a sé risorto; visibile
in una chiara, arresa
trasparenza. Così arpionarlo,
con dita scorticate
tremanti, innamorate:
pretesa indifferibile
dopo una vita avara.

 

Alida Airaghi




Una poesia di Yves Bonnefoy: "La luce profonda ha bisogno"



                                        ph Roberto Cerè


 La luce profonda ha bisogno per apparire

D'una terra sfinita e spezzata dalla notte.

E' d'un legno tenebroso che la fiamma s'esalta.

Occorre alla stessa parola una materia,

Una riva inerte al di là d'ogni canto.

Dovrai varcare la morte perché tu viva,

La più pura presenza è un sangue versato.


  Yves Bonnefoy

domenica 3 settembre 2023

Una poesia di Andrea Casoli: "E riempimi"


E RIEMPIMI

E svuotami del tempo che non passa,
delle parole dolci andate a male,
del freddo che mi brucia e che s'ammassa
e sale dentro le ossa e ci risale.
E svuotami commossa di un tardivo
rimorso terminale,
dei sogni fatti senza uno speciale
racconto di un amore ancora vivo.
E svuotami del tempo improduttivo,
del cielo che nasconde le tue stelle,
del vento che raccoglie ma non spazza,
del nero che mi stanca e non rilassa,
di tutta la mia pelle.
E riempimi i minuti di un ribelle
cammino tra le nuvole ed i venti.
E riempimi la vita che m'inventi
di un bacio intenso e lento come un mare,
che attende sempre un'onda a continuare.
E riempimi il futuro del passato
di un bacio un po' più lungo, interminato.

Una poesia di Sergio Daniele Donati: "Finale"




Mi circonda il dolore

della materia violata
dalle mani dell'uomo,
il fallimento del sogno
- al risveglio -
l'illusione che la parola
possa trasformare il vortice
nel ventre in inchiostri rari.
Alcuni dicono "belli"
i tratti che scrivo,
ma, se vedessero
quanto è rugosa la mano
che tiene il pennino,
capirebbero sin dai polmoni
che la parola è sacra
solo quando è taciuta.
L'anima, se esiste,
nasce e muore prigioniera
d'un desiderio mai esaudito.
Io oggi ho abbandonato
il mio ultimo taccuino
su una panchina milanese.
Lo raccolga il vento
come io le scaglie
di ciò che ho cercato d'essere
per non morire.