giovedì 31 dicembre 2020

Un pensiero di Harold Bloom

 “Per scegliere che cosa continuare a leggere e insegnare, mi attengo soltanto a tre criteri: lo splendore estetico, il vigore intellettuale e la saggezza. Le pressioni della società e le mode giornalistiche possono anche oscurare, per un certo tempo, questi criteri; ma appunto, si tratta sempre di periodi limitati, e alla fine le opere che non riescono a trascendere il loro particolare contesto storico sono destinate a non sopravvivere. La mente finisce sempre per tornare al suo bisogno di bellezza, di verità, di comprensione.”

(Harold Bloom)

Una poesia di L. Gluck

Vuoi sapere come passo il tempo?
Cammino sul prato davanti, fingendo
di diserbare. Dovresti sapere
che non diserbo mai, in ginocchio, sradicando
ciuffi di trifoglio dalle aiole fiorite: in realtà
sto cercando coraggio, qualche indizio
che la mia vita cambierà, anche
se ci vuole un’eternità, scrutando
ogni ciuffo per la foglia
simbolica, e presto l’estate finisce, già
le foglie ingialliscono, gli alberi malati
sempre i primi a mutare, i morenti diventano
d’un giallo acceso, mentre pochi uccelli scuri intonano
il loro coprifuoco. Vuoi vedere le mie mani?
Vuote ora come alla prima nota.
O si trattava sempre
di continuare senza un segno?


Louise Glück, L’iris selvatico, trad. M. Bacigalupo, Il Saggiatore, 2020

lunedì 28 dicembre 2020

Una poesia di Bandini

Zampette d’uccello

E tremo sempre perché sei piccola
e la neve qui intorno così vasta,
tu fuscello di brina
che a toccarlo si spezza.
E la neve non sembra nemmeno
sentire il tuo peso.
Ma a me
ti aggrappi forte, inventi sconosciute
tenerezze carnali
con una voce d’orca che vorrebbe
spaventare anche i grandi,
ardore smisurato con zampette d’uccello.
F. Bandini

venerdì 25 dicembre 2020

Da GELO, di Thomas Bernhard

 Talvolta l'esaurimento mi entra nella testa come un teatro frantumato, come qualcosa di infinitamente musical-demoniaco che mi distrugge. Mi distrugge mentre sono in cammino verso l'incapacità di essere me stesso, in cammino verso la più piccola e la più paziente serenità della mia memoria, del mio cuore abbrutito». Disse: «A me sarebbe bastato dire semplicemente: albero bosco roccia aria terra; ma per Lei, per il mondo esterno non basta... [...]


Thomas Bernhard, Gelo. Traduzione di Magda Olivetti, Einaudi.

domenica 13 dicembre 2020

Due poesie di Massimo Botturi

ANNI FA COME OGGI

Quanto mi dura la mano tua alla guancia
mi pare nata lì da cent’anni, così calda
sospinta da un amore improvviso.
Sono cose
che impari con l’età e il turbamento
col cuore malandato ma ancora pronto.
Cose
che a dirle non fa mica giustizia.
E allora taci, ti gonfi il petto come le rane
e benedici, ogni granello santo di vita che ti preme.
Disteso, con un’ostia da fare
sto qui in ombra.
Mi pare solo adesso di appartenere al mondo.




RITUALE
Se qui m’attardo al volo radente il velo d’acqua
è per la meraviglia che mette perfezione.
Ellittica, mi pare, la sua traiettoria pura
ché il corteggiare è fatto di danza, esibizione
e scapricciate d’ugola in aria.
Quale bene, è più prezioso, dimmi
del gesto innamorato
che cuce con l’audacia tutta la grazia in cielo?
Così faccio con te, tra le labbra il mio mattino
pagliuzza, e poi granaglia d’avena, ora che d’acqua
ti fai sopra lo sterno che è un eremo inviolato.
La punta dei tuoi seni viene lambita appena
la piccola marea la sottrae, tale la cima
che acerba nuvolaglia non copre, e resta chiara.

giovedì 3 dicembre 2020

Una poesia di Patrizia Sardisco


Ho rivangato, ma per la mia voce
qui non c’è segnale.


C’è assenza di campo lessicale
e un rifiuto tossico di ascolto
che m’inquina la semina d’inverno.


Ma ho un quaderno, per fortuna, e penna:
mi curverò di nuovo a germogliare

mercoledì 2 dicembre 2020

Una poesia di M.Cristina Sferra

Colare l'oro della parola
nelle crepe dell'anima
per far brillare
il prezioso dolore,
lo strappo
che tiene insieme la vita.


(Da "Kintsugi d'anima")