Etty, la gatta più grande, oggi ha dormito sul divano con Zelda, la piccolina. Le ha dormito vicino e con la zampa anteriore destra teneva le zampe posteriori di Zelda. Sembrava quasi le volesse far sentire che c’era, era lì, la teneva ma non troppo. “Sono qui ma sei libera”.
Poi Zelda si è messa a tremare, si è agitata, come se stesse facendo un incubo. Il respiro si è fatto improvvisamente veloce, scattoso. Allora Etty si è svegliata. Ha guardato Zelda. Si è alzata, si è stirata, e ha cominciato a leccarla, lentamente, con una delicatezza commovente. Zelda si è subito calmata e si è rimessa a dormire. Etty no, invece. Si è fermata a guardare Zelda finché non è stata sicura che stesse dormendo, che stesse bene; poi è salita sul bracciolo del divano, proprio sopra rispetto a dove Zelda stava dormendo. Proprio a dire: “Ora veglio io su di te, non temere”.
Io ringrazio il Cielo di poter vivere con accanto queste creature. Saprei molto meno della tenerezza, del prendersi cura, e anche della gioia, senza di loro. Saprei meno anche della sofferenza, perché quando loro stanno male è difficile, per me, stare bene. E quando Dee Dee è morta ha lasciato una ferita nel mio cuore, e va bene così perché nella terra è necessario fare un varco, per poterci piantare un seme. Sono così grato per ogni ora trascorsa con lei, che non maledirò mai la sua morte, anch’essa foriera di promesse.
Qualche notte fa ho avuto dei disturbi intestinali. Ho passato quasi l’intera notte senza dormire. Etty e Zelda sono state con me. La più piccola voleva giocare, Etty strusciava la sua testa sulle mie braccia e faceva le fusa.
Io non penso, come a volte sento dire, che sono meglio di noi o cose del genere. Credo sia stata una grande intuizione del Creatore quella di darci la possibilità di condividere la vita con loro, con gli animali tutti, con le piante, gli alberi, i fiori, con le stelle, con i giardini e i boschi, con le foreste. Con i fiumi, con il mare, con l’oceano. Con i campi di girasole, con gli uccelli del cielo.
La nostra vita è costellata di doni preziosissimi. Alcuni restano con noi per molto tempo, altri svaniscono velocemente. Altri ancora sono qui da sempre e ci saranno quando non ci saremo più. Questi doni sono stati pensati per noi, affinché potessimo averne cura. Questo sarebbe potuto bastare alla nostra educazione, perché nell’aver cura è nascosto ogni segreto.
La bellezza, col suo linguaggio mistico, ogni giorno ancora vorrebbe piantare nei nostri cuori il suo seme. Mi sembra sia il dono più grande di tutti che ancora non si sia arresa, malgrado le nostre assurde e violente resistenze.
Massimiliano Bardotti
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