mercoledì 8 gennaio 2025

C’è un luogo in ciascuno di noi, di Andrew Faber

 

C’è un luogo in ciascuno di noi

che aspetta di essere visto.
È buio, come un abisso nascosto
silenzioso e immenso.

Lì dormono le paure
le ambizioni che abbiamo seppellito
le parole che non abbiamo detto
per paura di romperci.
Guardarlo fa paura.
Abitarlo, ancora di più.
La realtà ci spinge fuori
dove il rumore è più forte
dove i gesti si affrettano
dove il cielo sembra sempre più alto
e la terra sempre più lontana.
E noi, lì, a rincorrere ombre
a costruire muri
mentre la voce dentro sussurra:
“Vieni, fermati. Guarda.”
La vita non è pubblicità di emozioni
ma improvvisazione di anima.
Ma guardare dentro è un lavoro difficile.
È come spogliarsi con dita fragili.
È come ascoltare un vecchio canto
fatto di cose dimenticate
di dolore che non ha avuto parole
di luci mai accese.
Eppure, lì dentro
nell’oscurità che temiamo
c’è la radice di ogni nostro sogno
c’è il seme che aspetta solo
di essere portato alla luce.
Perché non si cresce con le illusioni
ma con il coraggio di guardarsi interi:
le crepe, i vuoti
i piccoli miracoli nascosti.
Anche il mondo – il nostro mondo –
ha bisogno di questo sguardo.
Non più occhi distratti
che si posano solo dove il vento luccica
ma mani che scavano
nelle pieghe profonde della terra
nelle storie che nessuno ascolta.
La coscienza non è un grido
è un sussurro che cresce.
È il tocco leggero
di chi sa che ogni gesto
anche il più piccolo
cambia la forma del tempo.
E allora impariamo ad abitare
questa profondità che chiama
questa bellezza che non grida
questo silenzio che insegna.
Perché solo chi sa guardarsi dentro
può davvero svegliarsi.
E quando ci svegliamo
noi, come alberi
portiamo alla luce
un’intera foresta.
E in quella foresta
nel bosco infinito dell’essere
il ramo si spacca e fiorisce
il canto del buio diventa luce
e la vita intera
finalmente ringrazia.

Andrew Faber

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