Dovremmo interrogarci sopra l'odio,
sul suo seme amaro
che germina per strada,
sul disumano che piove
agli angoli del cuore,
mentre la gente parla,
distratta, dell'inverno
che stenta ad arrivare,
dovremmo sdraiarci sulla terra
conquistarci dal basso
una verticale verso il cielo,
rintracciare la musica
che fa maturare le radici,
farne un canto di vita
che dia fiato all'umano.
*
Omnia vincit amor,
precipitarono dal cielo
queste parole ubriacate
di mistero, diventarono
nuvola e pioggia, crepitare
sfuggente di torrente,
s'innervarono nella roccia,
ridivennero sorgente.
Omnia vincit amor
e s'inventarono dei ed eroi,
utopie sacre e miti universali,
parole temprate col fuoco
vivo degli umani, a spiegare
come e perché permane
un brillio d'eterna luce,
dentro il fiato, oltre il male.
*
Mi comprime la testa
questo futuro orizzontale,
questa linea che precipita
e s'inabissa sotto i piedi,
questa parola che sventola
come una bandiera e si svuota
di colori a poco a poco,
diventando solo tutta bianca
o tutta nera; mi disorienta
quest'inabilità dell'essere
vivo davanti all'altro vivo
e mi trapassa i timpani
questo stridìo acuto
che attraversa mondi lontani
e paralleli, dove 'per sbaglio'
si uccidono i bambini,
mi feriscono i pensieri
questi occhi sempre chiusi
sul senso inverso del divenire
disumani, eppure li guardo
dritti da una vita, per ritrovarci
con la tua - anche la mia ferita.
Ester Guglielmino
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