martedì 28 gennaio 2025

Tre poesie di Ester Guglielmino


Dovremmo interrogarci sopra l'odio,

sul suo seme amaro 

che germina per strada,

sul disumano che piove 

agli angoli del cuore,

mentre la gente parla,

distratta, dell'inverno 

che stenta ad arrivare,

dovremmo sdraiarci sulla terra

conquistarci dal basso

una verticale verso il cielo,

rintracciare la musica 

che fa maturare le radici,

farne un canto di vita

che dia fiato all'umano.


*

Omnia vincit amor,

precipitarono dal cielo

queste parole ubriacate

di mistero, diventarono

nuvola e pioggia, crepitare 

sfuggente di torrente, 

s'innervarono nella roccia, 

ridivennero sorgente. 

Omnia vincit amor

e s'inventarono dei ed eroi, 

utopie sacre e miti universali,

parole temprate col fuoco

vivo degli umani, a spiegare 

come e perché permane 

un brillio d'eterna luce,

dentro il fiato, oltre il male.


*

Mi comprime la testa

questo futuro orizzontale,

questa linea che precipita

e s'inabissa sotto i piedi,

questa parola che sventola

come una bandiera e si svuota

di colori a poco a poco,

diventando solo tutta bianca 

o tutta nera; mi disorienta 

quest'inabilità dell'essere 

vivo davanti all'altro vivo

e mi trapassa i timpani

questo stridìo acuto

che attraversa mondi lontani 

e paralleli, dove 'per sbaglio'

si uccidono i bambini,

mi feriscono i pensieri 

questi occhi sempre chiusi

sul senso inverso del divenire 

disumani, eppure li guardo 

dritti da una vita, per ritrovarci 

con la tua - anche la mia ferita.


Ester Guglielmino


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