domenica 12 gennaio 2025

Un pensiero di Cristina Campo su poesia e liturgia

 


Il mondo, blocco ottuso e cieco, racchiude in ogni tempo una filigrana di esseri che vivono secondo regole che non sono di questo mondo. E sono gli esseri che mutano il cuore del mondo.
Liturgia – come poesia – è splendore gratuito, spreco delicato, più necessario dell’utile.
Essa è regolata da armoniose forme e ritmi che, ispirati alla creazione, la superano nell’estasi.
In realtà la poesia si è sempre posta come segno ideale la liturgia ed appare inevitabile che, declinando la poesia da visione a cronaca anche la liturgia abbia a soffrirne offesa. Sempre il sacro sofferse della degradazione del profano.

Cristina Campo

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