venerdì 12 dicembre 2025

Due poesie di Rilke


Sii oltre ogni addio, come se fosse già dietro

di te – come l’inverno che appunto se ne va.

Perché tra i tanti inverni c’è un inverno talmente infinito

che, se il tuo cuore lo sverna, allora sopporta ogni cosa.

Sii sempre morto in Euridice – innalzati cantando

e, nella pura relazione, ridiscendi celebrando!

Qui tra quelli che svaniscono, nel regno del declino,

sii risonante cristallo che già nel suono s’è infranto.

Sii – e insieme sappi la condizione del non-essere,

fondamento interminato della tua interna oscillazione –

che tu possa compierla appieno, quest’unica volta.

Alle risorse già usate, come a quelle oscure e mute

della natura ricolma, alle somme indicibili,

aggiungi con gioia te stesso, pareggia il conto!


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Un albero si leva – o puro sovrastare!

Come canta Orfeo! – e il grande albero è in ascolto!

E tutto fu silenzio. Ma proprio in quel tacere

avvenne un nuovo inizio, cenno, mutamento.

Irruppero animali dalla quiete, dal chiaro

bosco liberato, da tane e nascondigli

e fu palese: non per astuzia o per timore

erano in sé così raccolti, ma – per l’ascolto.

Ruggito, grido, bramito, allora

parve ben poca cosa ai loro cuori.

E nell’orecchio – che era appena una spelonca,

un anfratto del più oscuro desiderio

con l’entrata dalla porta scardinata –

tu creasti per loro un santuario.

martedì 9 dicembre 2025

Eliah Hart sulla gentilezza

 Sai cos’è difficile, oggi?

Restare limpidi

in un mondo che ti chiede di indurirti.

La gentilezza

non è un lusso,

non è un orpello di galateo.

È una lotta silenziosa,

un coraggio che non fa rumore.

Gentile è chi sorride senza motivo

quando avrebbe mille ragioni 

per chiudersi.

Chi non si arrende al cinismo

che divora ogni angolo di fiducia.

La gentilezza non chiede applausi,

non cerca medaglie.

È un filo sottile

che tiene insieme gli sguardi,

che ricuce ferite invisibili,

che fa spazio al respiro.

È una scelta,

ogni giorno,

di non restituire pugni,

di non somigliare a chi distrugge,

di restare umani

anche quando sembra impossibile.

E allora sì,

la gentilezza è fatica,

è il contrario dell’indifferenza,

è un “ti vedo” sussurrato 

a chi crede di non contare.

È un silenzio che non giudica,

un gesto che consola,

un tempo regalato senza prezzo.

Perché senza gentilezza

la vita si svuota,

diventa ingranaggio,

diventa sopravvivenza fredda.

Con la gentilezza, invece,

anche il dolore trova una sedia,

anche la solitudine si fa meno nera.

La gentilezza

è l’ultima ribellione possibile.

È il cuore che batte ancora,

anche quando il mondo

ti spinge a spegnerlo.


- da "L'ultima Ribellione"