Sempre mi sveglio tardi molto tardi
con una enorme pigrizia
di fare la stessa cosa una volta e un’altra.
Lenta mi sveglio
con fonda rabbia
di scordare il sogno
e raccogliere pezzi
di qualcuno che qualcun altro
chiama con nome lontano.
Mi sveglio fragile
propensa al pianto
magnificando insignificanze
per crescere in diminuzioni
sul desiderio di gattonare.
Oscura mi sveglio
con la mente stanca
con paura in mano e nello sguardo
con un desiderio infinito
che giunga presto la notte
e sia una notte eterna.
Mi sveglio vuota
di parola e pensiero
seminata di silenzi e limitazioni
con la pelle asciutta fatta in briciole
e un sorriso di pietra
nel labirinto della mia storia.
Sono invecchiata senza apprendere
il mestiere di svegliarmi.
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