lunedì 1 settembre 2025

Sono radicata dove devo morire, una poesia di Margherita Guidacci


Il mio cuore appartiene

A coloro che lo divoreranno,

E so che stanno venendo.

Ho sobbalzato

Anche per una piuma fluttuante nell'aria,

Non sapendo quale sarà il loro segno.

Credo di udire i loro passi:

La notte e il vento sono pieni di passi.

O forse avranno ali

E piomberanno su me come un falco,

O arderanno dal suolo come fiamma,

O balzeranno dal mio stesso cuore.

Così sto in ascolto.

Non so dove volgermi.

Sono radicata dove devo morire.

Sono un albero marcato di rosso 

Perché l'ascia lo riconosca;

Un albero marcato nel bosco

Che sarà traversato da una strada,

E odo l'ascia che canta

Una canzone di morte intorno a me,

Si avvicina pesante come il passo di un ubriaco,

Il battito di un folle cuore o di un folle tamburo.


Trovo che queste parole nate dall'estro di Margherita Guidacci per esprimere l'angoscia del ricco Epulone della parabola evangelica, possano oggi interpretare invece i sentimenti e i singhiozzi, il costante allarme e l'angoscia di morte che sta soffocando i poveri palestinesi.................


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