Il mio cuore appartiene
A coloro che lo divoreranno,
E so che stanno venendo.
Ho sobbalzato
Anche per una piuma fluttuante nell'aria,
Non sapendo quale sarà il loro segno.
Credo di udire i loro passi:
La notte e il vento sono pieni di passi.
O forse avranno ali
E piomberanno su me come un falco,
O arderanno dal suolo come fiamma,
O balzeranno dal mio stesso cuore.
Così sto in ascolto.
Non so dove volgermi.
Sono radicata dove devo morire.
Sono un albero marcato di rosso
Perché l'ascia lo riconosca;
Un albero marcato nel bosco
Che sarà traversato da una strada,
E odo l'ascia che canta
Una canzone di morte intorno a me,
Si avvicina pesante come il passo di un ubriaco,
Il battito di un folle cuore o di un folle tamburo.
Trovo che queste parole nate dall'estro di Margherita Guidacci per esprimere l'angoscia del ricco Epulone della parabola evangelica, possano oggi interpretare invece i sentimenti e i singhiozzi, il costante allarme e l'angoscia di morte che sta soffocando i poveri palestinesi.................
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