A un privilegiato
Tu vedi un minor numero di cose,
ma il vederne di meno, è codesto
che consente l’azione.
L’onniscienza impietrisce.
I mondi sono quello che sanno,
il nulla immobile riposa occhiuto
nella sua totalità.
Gli uomini ignorano quello che fanno.
Di se stessa sgomenta, e veggente,
ristà
la disperazione, nutrendo
il grido, non il gesto, di rivolta.
La morte dei poeti
Non la serena facies
riflesso di sapienza rinunziata senza pena,
conclusione in arguzia estenuata dall’assenso,
ironia che rimette la sua resa ai vincitori,
ma sguardo che rotea dall’uno all’altro astante
stupori irriducibili di aliene volontà,
attese mantenute oltre la delusione,
astro di calore collassante dentro il petto,
la testa che crolla sulla spalla di chi amò,
una ciànosi e un rivolo di sangue,
mentre intorno i presenti che intesero capire
non capiscono più niente.
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