Molto spesso cominciamo in un deserto.
Ci sentiamo deprivate di ogni privilegio, alienate, non connesse neppure a un cactus.
Gli antichi chiamavano il deserto il luogo della rivelazione divina.Ma per le donne è molto di più.
Un deserto è un luogo in cui la vita è molto condensata.
Le radici di ciò che vive sono aggrappate all'ultima lacrima d'acqua, e il fiore tesaurizza l'umido riapparendo soltanto presto la mattina e nel tardo pomeriggio.
La vita nel deserto è piccola ma brillante e quando accade si svolge perlopiù nel sottosuolo
come la vita di molte donne.
Il deserto non è lussureggiante come una foresta o la giungla, è molto intenso e misterioso nelle sue forme di vita.
Molte di noi hanno vissuto la vita nel deserto: pochissimo in superficie, ed enormemente sotto la terra.
La psiche delle donne può aver trovato la via del deserto per risonanza, per passate crudeltà, o perché non le era concessa una vita più ampia sopra alla terra.
Molto spesso la donna sente allora di vivere in uno spazio vuoto in cui c'è forse soltanto un cactus con un bel fiore rosso vivo, e poi, in ogni direzione, cinquecento chilometri di nulla.
Ma per la donna che si spingerà a cinquecento e uno chilometri c'è qualcosa di più.
Una bella casetta. Una vecchia casa che vi aspetta.
Non fate sciocchezze, tornate indietro e fermatevi accanto a quell'unico fiore rosso, e cercate di percorrere quell'ultimo faticoso chilometro, bussate alla vecchia porta scolorita dalle intemperie, arrampicatevi fino alla caverna, strisciate attraverso la finestra di un sogno
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