martedì 20 aprile 2021

Una poesia di Pessoa - L'impalcatura

    L'impalcatura

Quanti anni di vita
il tempo passato a sognare!
Quanto del mio passato
fu solo la vita mentita
di un futuro immaginato!
Qui, sulla riva del fiume,
sento una pace insensata.
L'acqua che anonima e fredda
invano scorre assomiglia
alla vita vissuta invano.
Speranza che così poco raggiungi!
Desiderio: valesti la pena?
Il pallone di un bambino
vola più alto della speranza,
più lontano dei miei desideri.
Oh onde del fiume, così lievi
che neppure onde sembrate,
ore, giorni, anni, brevi
trascorrono: verdi prati o nevaie
uccisi dal medesimo sole.
Più vecchio degli anni che ho,
ho speso un patrimonio inesistente.
Che regina, l'illusione che mi dava
tanta forza! Ma sul palco.
Tolse l'abito di scena, finì il regno.
Suono lieve dell'acqua lente,
con l'appetito della riva perduta:
che ricordi sonnolenti
di speranze brumose!
Che sogni! Sogni, vita!
Cos'ho fatto di me? Mi son ritrovato
quando non c'ero già più.
Stufo, mi sono allontanato
come ci si allontana da un pazzo che insiste
ad aver fede in una smentita.
Morto suono dell'acque calme
che scorrono perché devono,
portati via i ricordi
e con loro le morte speranze:
già morte, perché dovranno.
Morto anticipato,
un sogno appena a me mi unisce.
Il sogno inutile e buio
di quel che dovevo essere: il muro
del mio giardino deserto.
Onde già a valle, portatemi
verso l'oblio del mare!
A quel che non sarò affidatemi,
perché ho innalzato un'impalcatura
per una casa mai costruita.
Fernando Pessoa

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