STIAMO TUTTI, NESSUNO ESCLUSO, SCOMPARENDO
Benché abbondino ormai Apocalissi
sulle labbra di molti, in buono stato
truci, tascabili, di seconda mano,
le parole d’amore immacolate
si sono dimostrate intercambiabili
come avamposti aspri e inefficaci,
come emozioni e affetti sempre uguali.
Ho una notizia nera, definitiva:
state tutti, nessuno escluso, scomparendo
– le ragazze-occhi-torbidi, i reclusi
gli adolescenti ridanciani, i vecchi
gli esiliati smentiti dai racconti
le lepri che mi annusano la mano
le madri onnipresenti, quelle inermi
i manchevoli padri vissuti troppo a lungo
i fratelli vissuti troppo poco
gli amici – nessun amico – che sospettano
l’oblio del fuoco nella sua impazienza –.
State tutti placandovi, estinguendovi
affogando nel periplo lunare
nell’inadeguatezza dei miraggi
nelle frane di un’altra nostalgia.
Ho una notizia nera, definitiva:
stiamo tutti, nessuno escluso, scomparendo
senza ragione, senza senso, o forse
senza aver fatto veramente i conti
coi nevicati voli di falene
e coi profili immobili del nulla:
ciascuno alla sua polvere, ciascuno
ai suoi contemplativi ultimi istanti.
Questo poema – indifferente, rude –
vi ha abbandonato, vi ha tradito, ha scelto
di farsi irreprensibile ma ingrato
di assomigliare a un quarzo incondiviso
a una scheggia di stella discontinua
a una lucciola spenta nella brina.
Ho una notizia nera, definitiva:
solo un silenzio di spaventapasseri
– di braccia-legno, senza piume, stolte –
regnerà sui domini disadorni
e sugli enigmi nordici del pianto
dove i suicidi, spesso, ci ripensano
e tornano dolenti verso casa.
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