Ascolto questo peso che spreme,
ma solo nòccioli aspri
e scorza ruvida ho fra le mani,
è un concentrato avvolto su se stesso
che preme il tappo chiuso,
un tempo che sfianca e sfilaccia i nervi
l'energia vorace mi centrifuga,
prosciuga senz'aria lo straccio,
è battito esagerato di un cuore stanco,
la parola è rumore,
la luce è un prisma accecante,
la festa, un'orgia di confusione,
è un apice nel giro della ruota,
un mantice che esagera,
meglio strisciare sotto il filo spinato
che arrampicarsi e scavalcare,
meglio fingersi morti
a tutte le prove di resistenza,
stare ignorati per scavallare
questa luce che brucia gli occhi.
Elena Milani
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