Sono quella sbagliata
- l' imperfetta -
che non sa nulla del sogno,
del suo approdo,
da quale zolla di oriente ci saluti
e in quale stanza orchestri il suo candore;
quella che rude solleva il mento, e sfida,
digrigna i gomiti spingendo le fratture
di tanta inconsapevole fiacchezza
in sforzi con il verso contromano,
e poi cancella il tuo nome,
l' ignominia
di un dissentire sdrucito e monocorde
che ci ancorò a fiori di cristallo
coi prati che pulsavano di vita
e costringeva il mare in un bicchiere
da mettere in cornice sul comò.
E scalpitavo, io.
Non avevo scampo.
Finché quel vaso ruzzolando
mi sfiní
tra le Porziuncole crudeli del buongiorno
e per difendere la libertà del buio
cedetti la rivolta alla poesia.
Non rattristarti
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