«Tanti anni fa, scrivevo che la poesia è una mano tesa nel buio, in attesa che uno sconosciuto la stringa. Oggi non so se ho ancora quella fiducia. La poesia mi appare sempre il canto dell’universo, il punto più alto in cui arriva una civiltà, e nello stesso tempo il più misconosciuto a tradito. I sogni a occhi aperti dei poeti disegnano il mondo, ma poi altri li imbarbariscono e li rovinano. La poesia è energia spirituale che si cala nel linguaggio immettendovi una musica inaudita. Preserva per noi gli antichi dei e tutto ciò che è ancora sacro nel mondo. È irriducibile, ribelle, o almeno io così la amo ora».
Giuseppe Conte
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