Mi circonda il dolore
della materia violata
dalle mani dell'uomo,
il fallimento del sogno
- al risveglio -
l'illusione che la parola
possa trasformare il vortice
nel ventre in inchiostri rari.
Alcuni dicono "belli"
i tratti che scrivo,
ma, se vedessero
quanto è rugosa la mano
che tiene il pennino,
capirebbero sin dai polmoni
che la parola è sacra
solo quando è taciuta.
L'anima, se esiste,
nasce e muore prigioniera
d'un desiderio mai esaudito.
Io oggi ho abbandonato
il mio ultimo taccuino
su una panchina milanese.
Lo raccolga il vento
come io le scaglie
di ciò che ho cercato d'essere
per non morire.
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