venerdì 10 giugno 2022

Una poesia di Roberto Ranieri, "Se fingi, arida mente"



ph Miriam Bruni


Se fingi, arida mente

se intingi il niente
puro, quello spremuto dalle leggi
d’aria e d’acqua a filotto
fra il sopra e il sotto, se ancora la luce
di un’antica ferita ti certifica;
lì dai il meglio, correggi
il come e il se, rispieghi a questo volto
il bottino legittimo, il maltolto.

Lì mi assiepavo dietro ai tuoi concerti
nascosto nelle prime file;
c’era il dolce dormire, c’era il bosco
dell’erba menta, perché il vegetale
arrocco delle sere non sapeva
mentire, alzava specchi e recitava
l'Ave Maria di maggio, e il montascale
del platano sull’acqua alzava lune.

Mi pareva che il gesto, la torsione
del polso rivelasse la premura
di un capocomico serio, di razza.
Io e te, mente, persone
con l’allegria dei separati in casa
scampati a un incestuoso prestanome;
mi pareva che l’anima
dei lanci di agenzia dai campanili
tenesse il punto senza sforzo, intere
batterie d’altocumuli
a fare da paciere, ammorbidente.

Deviava ad occidente
l’anello salvavita dei temporali.
Il tu-mente lambiva la mia voce,
ogni deriva camuffata in monte
visibile o nascosto ai bivi d’alba
di nebbia o croce?, nebbia!, hai vinto ancora,
rigiochiamola al tocco, spiana ancora
i polpastrelli per un’altra conta.

Tu-mente, a dispensare
talenti, sottotitoli se vale
lo sfiato originale, la canicola
per non udenti, vero ad alzo zero.

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