Ero una mela rossa e rigogliosa
turgida di un umore ormai disfatto
ad aprile cantavo
le rose mi infioravano i capelli.
E gli occhi li irretivano i fantasmi
quando luglio scioglieva i suoi veleni.
A lungo camminò il mio cavallo
consunse ferri e rifiutò il riposo
ora dorme stremato e non si sveglia
ai ruvidi strattoni né ai richiami.
Dalle sue froge esalano spasimi
e i garretti non hanno più le ali.
Solo la luna accoglie i suoi sospiri
gli carezza il mantello
gli ricama una stella sulla fronte.
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