mercoledì 13 marzo 2024

Vito Mancuso - L'attenzione


L’attenzione crea una specie di vuoto dentro di noi. Sono attento, cioè mi svuoto, e quindi divengo capace di vero ascolto. Sono in grado di ricevere perché ho messo a tacere le mie voci interiori, ho spento la mia mente, o meglio, un certo tipo di mente, quella della continua e incontrollata proliferazione di pensieri paragonabile a una radio sempre accesa, e ne accendo un’altra, la mente luminosa dell’attenzione, e la rivolgo a chi sta parlando, o sta suonando, o su chi altro mi si trovi davanti, e divengo completamente ricettivo. E così facendo coltivo la mia interiorità, la ripulisco, la nutro.

Il filosofo Edmund Husserl parlava dell’attenzione come di un raggio: il «raggio dell’attenzione».
L’accostamento dell’attenzione alla luce apre al significato spirituale di tale virtù, su cui Simone Weil ha scritto cose bellissime. Nei suoi Quaderni scrive: «L’amore soprannaturale e la preghiera non sono altro che la forma più alta di attenzione»; «L’attenzione estrema è ciò che nell’uomo costituisce la facoltà creatrice, e non c’è attenzione estrema se non religiosa»; «L’occhio dell’anima è l’attenzione»; «Dio è l’attenzione senza distrazione».


                                                                        ph Miriam Bruni

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