Una poesia di Carmela Laratta: "Tu non conosci il verso che mancava"
Tu non conosci il verso che mancava
quando imbrigliavo i brividi assopiti
-culla di primavera ormai passate-
perché il pudore di frustoli d' amore
non mi ferisse l' aorta e il volto stanco.
Avrebbe lui saputo cosa fare:
donare ai rettilinei del letargo
stagioni gialle , risate scapigliate,
e invece ci trovammo sfatti al suolo,
gobbe di pane duro e toppe informi
che imbavagliarono il sangue ancora acceso
che non sapeva rifiorire ed ansimava,
e mi moriva, mi moriva dentro,
come il più inutile dell' ultimo pastrano.
Ecco perché non riesco a riscaldare
i rimasugli della mia imperfezione,
e il filo di sutura che non regge
nell' assoluto della malinconia
sa che non fu di verbi che mancasti,
ma del fiorire della tenerezza
La vita era in disparte e mi legò
con trame nelle rughe di mancanze.
Inciampo, senza dire una parola.
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