MEGLIO DI ME
Questa vaniglia di terra tra le mani
terra di poche pretese, d’unghie sporche;
la lascio alle novizie e alla loro gioia in Dio.
La verità è che lo scrivere è più serio
più di un tramonto in collina, o del dormire
con l’occhio verso i missili a Cuba.
Ci ho provato
tendendo qualche volta le vele al vento giusto
il naso ai frutti buoni, toccando poche cose
come ha insegnato mamma dentro le drogherie.
M’è uscito dalla bocca l’amore per la vita
il suo dolore forte quando chiedeva scusa.
Tradurlo in bianche barche di carta
è stato impresa:
c’è sempre un temporale in agguato
una vecchiaia, o il semplice malore alle dita
degli infermi.
E’ nel silenzio di chi sta per andare
ciò che mi manca per farmi uomo vero.
Or lascio che mi parli la foglia
il rampicante, la pioggia sopra i coppi spezzati.
Il mare informe, quando con bava alla bocca
tenta il salto.
E lascio il passo al gregge, alle capre sulle rocce.
Ci sono canti pieni d’amore dentro l’aria
da casa a casa un volo di tortore, poesia.
Grazie Miriam, un caro saluto
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