domenica 11 ottobre 2020

Louise Gluck, Nobel x la Letteratura 2020 - Estate

ESTATE

Ricordo i giorni della nostra prima felicità,
quant’eravamo forti, storditi di passione,
sdraiati tutto il giorno, poi tutta notte sul letto stretto,
a dormire, mangiare anche: era estate,
sembrava che tutto fosse maturato
d’un tratto. E così caldo che giacevamo completamente [scoperti.
A volte si alzava il vento; un salice sfiorava la finestra.
Ma, in certo qual modo, eravamo persi, non lo sentivi?
Il letto era una zattera; sentivo che andavamo alla deriva
distanti dalle nostre nature, verso un luogo dove non [avremmo scoperto nulla.
Prima il sole, poi la luna, a frammenti,
rifulgevano nel salice.
Cose che chiunque avrebbe potuto vedere.
Poi i cerchi si chiusero. Piano le notti si fecero fredde;
le foglie pendule del salice
ingiallirono, caddero. E in ciascuno di noi iniziò
un profondo isolamento, anche se non ne parlavamo,
di questa assenza di rimpianto.
Eravamo di nuovo artisti, marito mio.
Potevamo riprendere il cammino.
Louise Gluck

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