da Rimini a Bologna Panigale
vite disperse in una lunga coda
ci unì il destino dell'ingorgo autostradale
sepolta tra valigie e damigiane
boccheggiante, bellissima, sudata
tra due bambini un salvagente e un cane
noi paralleli restammo bloccati
tu all'ombra di un'autocisterna
io tra famiglie di belgi rosolati.
questa dannata fila dove arriva ?
Neanche lo sportello posso aprire
son prigioniera qui, murata viva
non della macchina, ma della tua vita
della tua vita senza più desideri .
e tu mi rispondesti : anche tre
non era una gran conversazione
ma gli occhi mi ridevano: e anche a te .
io ti offrii dei biscotti sbriciolati
dividemmo una birra incandescente
i bambini dormivano spossati.
si parte, ed è già l'ora di tornare
e un tergicristallo va incessante
su e giù, le nostre lacrime a lavare .
e tremò la sua voce quando disse
" a sei chilometri Motel Bellavista "
galeotto fu il libro e chi lo scrisse.
da un'autoradio suonava dolce un piano
dai finestrini nostri allineati
la mia mano si unì con la tua mano
la bocca mia si avvicinò alla tua
in un breve fatal tamponamento.
Un urlo! La fila si era mossa
un tornado di clacson risuonò
e dei motori annunciò la riscossa .
sfuggirmi, nella fila poco avanti
e poco dopo io ti riaffiancai
per perderti, dopo pochi istanti.
cento ti ritrovai nel serpentone
e ogni volta mi si spezzava il cuore
e ogni volta si imballava la frizione
nel lento gorgo trascinata via
uscisti dal casello di Milano
e dal casello della vita mia.
ma dentro me tutto si era spento
sogni e speranze, gioie e desideri
e per ultimo si spense l'avviamento.
solo, senza più amore
e senza più benzina .
i Canguri, Feltrinelli , 1991