venerdì 8 marzo 2019

F. Romagnoli, due testi


Uggiola alla fessura, cagna-luce.
Qualcuno il mio sonno ha legato
quattro zampe in un mazzo. All'aurora
chi aprirà? Voglio alzarmi. Ho paura.
Nel pozzo del cranio
- senza uscita -. Nel buio sacrario
sconsacrato. (La luce come un'unghia
sotto le porte). Capro espiatorio
già caduto sul fianco, otre di sangue
già mezzo vuoto - come scalci ancora
forte, mia vita.






Poi ti raggiungerò
là dove - abbandonata
la via terrestre, simile
a rotaia in disuso -
s'incammina lo spirito, esitante,
confuso ancora al grido, ancora all'orlo
della sua cieca vibrazione umana.
Io ti raggiungerò
dove tu "Sono qui!"
balenerai, che ancora dalla fascia
del buio mi districo.
"Qui dove?"- nell'angoscia
di troppa luce, nessuno distinguendo -
ti chiederò. Ma già saremo Uno.

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