venerdì 8 marzo 2019

due testi di Scipione

Estate

La terra è secca, ha sete
e si spacca.
Sui labbri dei crepacci
le lucertole arroventate
corrono in fiamme.
Le stelle cadono accese
per bruciare il mondo,
ma nessuno tende le mani per abbracciarle
e si smorzano, tuffandosi nel buio.
La carne cerca nelle carni
le sorgenti
e trova gli occhi
che si schiudono come fiori.
E la sonagliera dei grilli,
la notte,
ci porta incontro al sole
che ci trafiggerà con le sue frecce.
Aspetto che finisca
e nell'attesa
mi sento abbacinato
come un foglio bianco
su cui picchi il sole.
La terra è secca, ha sete
e la notte è nera e perversa.
Cristo, dalle da bere,
ché vuol peccare
e farsi perdonare.



Sento gli strilli degli angioli
che vogliono la mia salvezza,
ma la saliva è dolce
e il sangue corre a peccare.
L'aria è ferma,
tutto è rosa come la carne;
se pervade la beatitudine
bisogna rompere e cadere.
Il sole entra nel mio petto
come in una canestra
e io mi sento vuoto,
la mano si stacca da terra,
tocca l'aria, la luce, la carne.
La lancia si sprofonda nelle reni della cavalla
che corre - e urla con la testa nel cielo.

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