lunedì 30 novembre 2020

Una poesia di Mario Socrate

 L'OCCHIO DELL'ANGELUS

Non so gli altri, ma io vivo come
guardato, come visto da.
E da qualche parte e da qualche
tempo, da qualche età.
Che sia quell'occhio di ragazzo
che risale remoto
da sotto la fissità del vetro
di quell'antica foto
da cui, sulla parete, guarda
di faccia, ad altezza di cintola,
nella schiera dei grandi dal profilo
proteso, quasi sospinta.
Senza altre ali, lui,
che il fustagno buono
del giacchettino aperto sui passi
slungati a misura d'uomo
per la terra grossa e nera,
contesa e contadina,
da genesi d'un secolo così,
a da dove lui cammina
in quella marcia dietro una bandiera
che sgorga scura sulla calce
del cielo all'alba come un fiotto
per un taglio di falce.
Chissà da quando si sono imbattuti
nei miei passi quegli occhi lontani
che mi seguono fino al traguardo
da qualche domani.
MARIO SOCRATE , 1920-2012
da "Il punto di vista", I Garzanti Poesia , 1985

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